Roberto Perinu, insegnante ed autore del libro “La Musica Indiana. I fondamenti teorici e le pratiche vocali e strumentali attraverso i tempi”.La visione contemporanea della storia, la cultura e l’arte musicale dell’India, comprendendo fenomeni sia passati, sia attuali. La musica è una via per l’uscita dal saṃsāra; via che si affianca alle tre tradizionali dell’induismo.
I. Il nāda-brahman. La teoria del nāda-brahman (brahman in forma di suono) afferma che esiste una duplice via per conseguire l’uscita dal saṃsāra: discendente e ascendente (e viceversa) lungo la quale il nāda – dapprima an-āhata, non prodotto/non udito: poi, āhata , prodotto/udito – crea il mondo e le singole cose, ciascuna delle quali, isolata dalle altre e indicata da un nome che la individua, è permeata-connaturata di suono. La strada umana risale verso il suono non più percepibile, partendo da quello prodotto e percepibile.
II. Lo strumento, tempio del suono. Il nāda può essere prodotto e può condurre l’essere umano sulla via che ri-conduce all’indifferenziato, al non definibile, al non manifestabile: fuori dal tempo e dallo spazio, senza i quali le cose non suss istono. Il musicista ri-produce il suono usando il proprio strumento. Sullo strumento, durante – e solo durante – l’esecuzione nascono le divinità del pantheon indiano, ciascuna col proprio consorte, a partire dall coppia Śiva-Śakti.
Il suono rende sacro lo strumento, chi lo suona e chi partecipa all’esecuzione.