La Soglia del Suono, scelta per la copertina di questo disco, è una declinazione della mia ultima serie pittorica relativa alle Soglie e mantiene la sua peculiarità di rappresentare la possibilità di un attraversamento, di un passaggio verso l’altrove, verso altri mondi, verso altri luoghi, verso altri significati, verso altre forme espressive. La cosa importante quindi non è cosa ci sia oltre la soglia, ma cosa accada lungo il percorso, che significato abbia l’avvicinamento, la contaminazione, la sua stessa ragione di esistere. La storia dell’Astrattismo mantiene un rapporto privilegiato con la musica: da Kandinskij e i suoi ambienti musicali, dove la pittura rappresenta e significa la musica stessa, al punto da poter considerare le musiche di Debussy come la scaturigine dell’Astrazione stessa, fino all’Intonarumori del futurista Russolo che inaugura la stagione irregolare e innovativa della prima Avanguardia Storica del Novecento.

Ebbene le Soglie, l’esito della mia ricerca più recente, trovano una sorta di contaminazione naturale con la MUSICA SPONTANEA. Laddove le Soglie sono in grado di trasmettere un messaggio di natura spirituale, la MUSICA SPONTANEA “celebra il suono con una sorta di rito di evocazione” (R. Cresti): dove le stratificazioni pittoriche consegnano una storia, i suoni “precipitano” sovrapponendosi, sostituendosi uno all’altro in un’ebbrezza di liberazione che Alan Bedin evoca con la suo voce polifonica. La mia vicenda espositiva compie quest’anno quarant’anni, così come la MUSICA SPONTANEA approda alla sua lettura di oggi carica delle esperienze storiche che dal Futurismo attraversano i sapienti anni ’60 e ’70 di John Cage e poi dal Gruppo Zaj a Fluxus, dove vita, arte e musica si fondono in un significato unico e poi da Paolo Castaldi a Luigi Nono, alle improvvisazioni e alla musica indiana. Alan Bedin affronta l’idea di fare “un passo oltre”, la sua “epica della voce”, i suoi “suoni inquieti, cullanti, spaventosi, visionari”, rappresentano il desiderio di superare i confini consueti, conosciuti, sperimentati. Intenti che s’identificano perfettamente con l’esito finale della suggestione della Soglia, che si manifesta per stimolare il suo superamento, oppure per significare la possibilità dell’esistenza di un altrove carico di significato da ricercare (Roberto Floreani).

Museo Diocesano di Vicenza. Da sinistra: Filippo Florian, Saverio Tasca, Edoardo Piccolo, Luca Zanini, Alan Bedin, Roberto Floreani, Antonio Oak Carrara, Gaetano Zanini
Del resto si sarà stato un motivo se nei ruggenti anni ’60 romani,
Roberto Floreani
le inaugurazioni degli astrattisti di quella stagione memorabile comprendevano regolarmente improvvisazioni di Musica Contemporanea. Ci sarà stato un motivo allora: oggi, da “artista totale” come vengo spesso raccontato, non potevo che
abbinare la mia ricerca alle “sonorità totali” di Alan e della sua MUSICA SPONTANEA. Inevitabile.