The Indian Family. Il trio Banerjee tra canti e tabla

[Il Giornale di Vicenza, Altavilla Vicentina/Vicenza 13 luglio 2024, Stefano Rossi]

Un weekend dedicato alla cultura dell’India a Vicenza. L’Associazione Hanuman, con la collaborazione del Comune di Altavilla Vicentina e di Vicenza, presenta “The Indian Family”, un progetto culturale basato sull’inclusione del pensiero e dell’arte musicale extra-europea nella nostra società, con un workshop sabato e un concerto domenica.

Angshubha Banerjee
Debjani Banerjee
Ongira Banerjee

L’Associazione Hanuman ospiterà la famiglia indiana Banerjee di Calcutta: il percussionista Angshubha Banerjee (docente di tabla nell’università di Rabindra Bharati dal 1994 e protagonista di molti prestigiosi progetti musicali con famosi musicisti dell’India) sarà accompagnato in questo viaggio dalla sua famiglia di artisti: la moglie Debjani (canto e harmonium) e la figlia Ongira (danza Kathak e violino). Hanuman organizzerà sabato 13 luglio la prima giornata di workshop (musica, canto e danza), un evento unico dove musicisti e appassionati potranno conoscere ed esplorare da vicino i segreti del ritmo, della musica, del canto e della coreutica indiana (danza, coreografia). La seconda giornata, domenica 14 luglio dalle 14 nell’Odeo del Teatro Olimpico di Vicenza, sarà dedicata all’evento musicale “The Indian Family. Ritmo, Suono e Danza. Una domenica di arte musicale indiana”. Si tratta di un evento gratuito fino a esaurimento posti (100).

Alan Bedin ritorna con T&nCò in Basilica Palladiana per Pop Beat Italia 1960-1979, la mostra d’arte contemporanea più recensita in Italia.

21 Giugno 2024, Festa della Musica. Ritorno in grande stile a Vicenza nel cuore pulsante della città. La Basilica Palladiana è stata la metà per presentare la ristampa del vinile bianco da collezione . T&nCò è il trio creato dal cantante e performer Alan Bedin per dare risalto alla figura poetica e musicale di Luigi Tenco. L’approfondimento, culturale prima che musicale, curato insieme a Marco Ponchiroli (pianoforte) e Gigi Sella (sax soprano, clarinetto e flauto), analizza sotto diversi punti di vista il cantautorato, la primigenia formazione e ambizione jazz dell’artista Tenco.


I tre musicisti, provenienti da sfere musicali profondamente diverse, creano una miscela esplosiva e intensa in grado di esaltare l’universo musicale del cantautorato italiano con l’aspetto piu’ nobile ma libero del jazz. Uno spettacolo dedicato alla musica, alle parole di Luigi Tenco e i suoi contemporanei presso una location esclusiva e rappresentativa: Pop Beat Italia 1960-1979, il primo progetto-mostra di Pop Art e Beat Generation in Italia curato dall’artista Roberto Floreani.

Alan Bedin (voce)
Marco Ponchiroli (pianoforte)
Gigi Sella (sax soprano, clarinetto, flauti)

16 Aprile 2024. Opus Avantra all’ICBSA-MIC (Discoteca di Stato) di Roma  per presentare “OA48” Opus Avantra Box Collection

Gli Opus Avantra saranno martedì 16 aprile nell’Auditorium dell’  ICBSA, Istituto Centrale per i Beni Sonori e Audiovisivi – MIC Ministero della Cultura (già Discoteca di Stato) di Roma, in via Caetani  32, per la presentazione del cofanetto “OA48” Opus Avantra Box Collection, l’opera omnia della vasta produzione artistica di questo gruppo – nato come movimento artistico prima ancora che come progetto musicale, in uscita per Artis Records, Ed. Cramps Music srl. Dopo il saluto e l’introduzione del direttore dell’ICBSA Antonello De Berardinis, l’evento organizzato da Renato Marengo – co-fondatore storico del gruppo e tutt’ora direttore artistico dell’ultimo “Loucos” – sarà condotto assieme a Michele Neri, direttore di Vinile. Saranno presenti, naturalmente, i due fondatori e musicisti: Alfredo Tisocco (composizione, pianoforte e tastiere) e Donella Del Monaco (autrice e cantante). Ospite d’eccezione Renzo Cresti, il decano fra i critici di musica contemporanea, che testimonia, con la sua autorevolezza, il prestigio degli Opus Avantra, vero e proprio Movimento Musicale. Interverrà anche il critico rock, che ha seguito le vicende del movimento fin dai suoi esordi, Maurizio Baiata. Sarà presente anche Tony Esposito, artista che ha aderito sin dall’inizio al progetto e che suggella l’incontro musicale e la commistione tra generi diversi, classica, contemporanea, etnica, jazz, rock, pop, elettronica ed alea, che è la cifra creativa di questa storica formazione musicale, antesignana del Progressive italiano ed internazionale.Ad illustrare il progetto editoriale del box collection, Alan Bedin, presente nel doppio ruolo di art-director dell’opera e nuovo componente della band con avanguardistici contributi vocali e performer di strumenti indiani. In prima fila i direttori di Classic Rock, Maurizio Becker e di Prog Guido Bellachioma e, ospite dall’Università di Napoli Federico II, il Prof. Lello Savonardo.

Schermata del progetto di Filippo Florian, designer veneziano doc scelto da Alan Bedin per la realizzazione della ‘gondola’ degli Opus Avantra.

“OA48” è insomma la summa del lungo viaggio di questo progetto artistico, un box cartonato che raccoglie: 5 vinili 12’ colorati con la nuova formula Artis Color Full Collector accompagnati ognuno dal proprio cd rimasterizzato, 1 cd audio dei live raccolti dal 1974 al 1995, 2 ristampe in formato originale a 7’ 45 giri di Allemanda e Il Pavone, 1 dvd del live in Tokyo del 2008, 1 poster da collezione a tre ante del Manifesto Opus Avantra (reso pubblico e stampato per la prima volta in formato originale 30 x 90 cm), una stampa fotografica firmata dai 2 musicisti fondatori Donella Del Monaco ed Alfredo Tisocco, una spilla celebrativa e il booklet di 44 pagine (formato vinile) con la storia del gruppo raccontata dai musicisti coinvolti nei vari dischi, impreziosito da foto e documenti ritrovati dai vari archivi, meticolosamente commentati dai fondatori e dal primo produttore Renato Marengo.

Un’opera mastodontica, che vede il prezioso contributo del cantante musicista  e art – director Alan Bedin nella cura della confezione dei supporti, dei gadget e del libro, direzione che è stata fortemente voluta dal nucleo storico degli Opus Avantra: Donella Del Monaco, voce protagonista del gruppo, Alfredo Tisocco, pianista, compositore e produttore, e Renato Marengo, fondatore e divulgatore del movimento culturale, curatore artistico e medium culturale, esattamente come 48 anni fa. Tutti e tre coinvolti peraltro nella recente uscita di Loucos – Nel Luogo Magico ultimo LP del gruppo,  nel quale, peraltro, seppur solo come voce i tre sono riusciti a coinvolgere anche l’altro storico fondatore, purtroppo scomparso: Giorgio Bisotto, il filosofo del gruppo. Quest’ultimo titolo oltre a essere custodito nel box sarà presentato singolarmente in una veste diversificata, da collezione in vinile (solamente 300 copie nel mondo).

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Roma 16 dicembre 2023: Opus Avantra realizza l’opera omnia con un unico fine: inclusione artistica e diffusione culturale.

Donella Del Monaco, Alan Bedin e Alfredo Tisocco riuniti per la prima reunion del movimento Opus Avantra per il tour “Viaggio Immaginario” Bucarest-Tokyo realizzato nell’aprile del 2008

E’ stata presentata alla Fiera del Disco di Roma “OA48”, opera omnia degli Opus Avantra, pubblicata da Artis Records-Cramps Music srl: 5 vinili colorati, 2 ristampe in formato originale a 7 pollici di “Allemanda” e “Il Pavone”, 6 cd audio, 1 dvd, 1 poster a tre ante, una stampa firmata dai due fondatori, una spilla celebrativa e il booklet di 44 pagine con la storia del gruppo.
Un’opera mastodontica, che vede il contributo da art-director di Alan Bedin nella cura della confezione delle immagini e del libro, e che è stata voluta dal nucleo storico degli Opus Avantra con Donella Del Monaco, voce del gruppo, Alfredo Tisocco, al pianoforte e alla composizione, e Renato Marengo, sin dall’inizio alla produzione artistica, esattamente come 48 anni fa.

Artis Records al Music Day di Roma

Tutto pronto alla Fiera del Disco di Roma, Music Day Roma 39^ edizione
Sabato 16 alle ore 15,30 l’etichetta ARTIS Records annuncerà l’opera omnia del gruppo Opus Avantra. Il box “OA48” opera realizzata da Alan Bedin bramata fortemente dai due fondatori Donella Del Monaco e Alfredo Tisocco si presenterà in una veste imponente in grado di contenere un prezioso contenuto tanto atteso dai collezionisti.

5 vinili colorati, 2 ristampe in formato originale a 7 pollici di “Allemanda” e “Il Pavone”, 6 cd audio, 1 dvd, 1 poster a tre ante, una stampa firmata dai 2 fondatori, una spilla celebrativa e booklet di 44 pagine con la storia del gruppo.
Per parlarci di questa imponente uscita discografica saranno con noi il Produttore Renato Marengo e il fondatore della storica band, il pianista e compositore Alfredo Tisocco.

CIAO 2001. La rivista simbolo di un’epoca torna in edicola senza nostalgia e con tanta voglia di musica!

Riparte dalla tenacia di storici collaboratori e dal sostegno di Sprea Editori, come pubblicazione bimestrale di formato 23 x 28,5 cm, con 112 pagine di carta patinata al prezzo di 9,90 euro, distribuita nelle edicole, nelle librerie e in abbonamento a partire dal 13 dicembre 2023.
Nata dal rock, rinata dall’amore per il rock. Torna in edicola dopo 30 anni ‘Ciao 2001’ la prima rivista italiana dedicata al rock internazionale e italiano. Riparte dalla tenacia di storici collaboratori e dal sostegno di Sprea Editori, come pubblicazione bimestrale di formato 23 x 28,5 cm, con 112 pagine di carta patinata al prezzo di 9,90 euro, distribuita nelle edicole, nelle librerie e in abbonamento a partire dal 13 dicembre 2023. Fondata nel 1969 e chiusa a metà anni ‘90, ‘Ciao 2001’ ha continuato a vivere nei ricordi delle tante e dei tanti (ex) ragazze e ragazzi che lo sfogliavano appassionatamente tra gli anni 70 e 90, per seguire notizie e interviste dei propri idoli, oltre a conservarne foto, poster e piccoli gadget. Le storie dei grandi miti del rock e i cantautori italiani hanno riempito le pagine di questa rivista, in un periodo storico in cui l’informazione sulla musica ha occupato un ampio spazio nella testa e nel cuore dei più giovani. Fenomeno di costume, e insieme primo vero periodico italiano dedicato alla musica fatto da giovani per i giovani, ‘Ciao 2001’ torna in edicola miscelando articoli originali e contributi inediti per raccontare, attraverso le voci dell’epoca e riflessioni contemporanee, i grandi protagonisti, sia popolari che underground, della musica rock e pop, l’ascesa e il ricordo dei loro miti mai tramontati e anzi tornati oggi più che mai in auge. La rivista ha raccontato anni irrepetibili per il mercato musicale e per il mondo giovanile: dal successo sfrenato di Beatles, Rolling Stones, Pink Floyd e Led Zeppelin all’ascesa di outsider originalissimi come David Bowie, Genesis, Frank Zappa e John Cage, come anche dei musicisti italiani: New Trolls, Banco del Mutuo Soccorso, Premiata Forneria Marconi, e poi i raduni e i concerti tutti da ballare al Piper e al Bandiera Gialla, e infine di quei giovani autori che lasceranno un segno indelebile, da Lucio Dalla ad Antonello Venditti passando per Renato Zero, Francesco Guccini, Mia Martini, Franco Battiato etc.
‘Ciao 2001’ rinasce grazie ai curatori Maurizio Becker e Renato Marengo, che coinvolgeranno altre famose firme della critica musicale italiana: “Questa novità nasce da un numero monografico di ‘Ciao 2001’ uscito a luglio scorso, edito da Sprea e realizzato insieme a Francesco Coniglio scomparso proprio nei giorni in cui è arrivato in edicola – spiega Becker – La monografia è andata a ruba ed è stato l’ultimo regalo di Coniglio, editore che ha creduto molto nella musica e ha avuto un grande ruolo nella divulgazione della cultura rock e pop. Con Marengo – all’epoca coordinatore generale della rivista – abbiamo pensato ad un prodotto editoriale tutto incentrato sul periodo classico del rock ma non in una maniera nostalgica, bensì in chiave critica. Spazio quindi a tanti illustri colleghi e personaggi che lo hanno vissuto e che hanno incontrato i big del pianeta e del nostro Paese”. Tra le firme Dario Salvatori, Maurizio Baiata, Michael Pergolani, Luigi Cozzi, Riccardo Bertoncelli, Mario Luzzatto Fegiz, Carlo Massarini e altri. Con all’attivo più di 80 riviste specializzate e 10 portali web, che spaziano in diversi settori, Sprea Editori è già impegnata nella musica con il mensile ‘Classic Rock’, i bimestrali ‘Prog’ e ‘Vinile’, oltre a numerosi Speciali tematici.

Gli Opus Avantra al Progressivamente Free Festival 2023

Il 20 settembre prossimo alle 22.30 gli Opus Avantra – dopo l’intro alle 21.30 de La la Grazia Obliqua – saranno a Roma al Progressivamente Free Festival 2023 (indirizzo), l’appuntamento per la direzione artistica di Guido Bellachioma all’interno dell’edizione 2023 di Jazz & Image. Il concerto verrà aperto da Alfredo Tisocco che eseguirà al pianoforte alcuni brani tratti da due nuove produzioni pubblicate anche in Giappone: Atmosfere e Armonie e Studi Enefonici. Per gli Opus Avantra sarà l’occasione per tornare nella Capitale per presentare Loucos, l’ultima creatura della formazione e per annunciare l’uscita di Box Collection/ Opus 48, il tanto atteso cofanetto che – in tiratura limitata – raccoglie tutti i cinque album di questo storico progetto guidato dalla voce di Donella Del Monaco, dal pianista Alfredo Tisocco, il musicista e curatore Alan Bedin con la collaborazione immancabile di Renato Marengo. Al loro fianco alcuni ospiti veramente illustri: a partire da Tony Esposito, già ospite fin dal primo album degli Opus. Ma anche Lino Vairetti degli Osanna, Jenny Sorrenti fondatrice dei Saint Jus con Stefano Vicarelli de La Batteria/ Fonderia. Per gli Opus saliranno sul palco, a fianco ai fondatori e musicisti Donella Del Monaco voce a Tisocco al pianoforte, con alle spalle le inconfondibili arcate, uniche al mondo, del Colosseo: Alan Bedin (tarang, voce e arrangiamenti), Mauro Martello (flauto e sax), Edoardo Piccolo (electronic & synt-bass), Sasà Flauto (chitarra), Andrea De Nardi alle tastiere.

Gli Opus Avantra, nel loro magico connubio fra avanguardia e tradizione così radicalmente scritto nel loro nome, mescolano anche oggi in questo loro nuovo lavoro mondi vicini e lontani: classica, contemporanea, jazz, rock, tradizione ed etnica. Manifesto, prima ancora che progetto musicale, attualissimo quanto scrivevano in quel “vicinissimo” 1973: ”Il nostro insieme musicale nasce da una esigenza di superamento dello stato di impasse in cui si trova il mondo musicale oggi. Possiamo infatti constatare che il mondo musicale, oggi è suddiviso in vari settori fra loro incomunicabili, strettamente legati alle stratificazioni socio culturali. Tale pluralismo tende a riprodursi, provocando situazioni sempre più mistificanti in quanto evitano di risolvere la frustrante condizione attuale di atomizzazione dell’individuo. (…) Senza negare la validità di certa musica contemporanea (ma anzi recependola) né i tentativi di alcuni gruppi pop, (ma anche senza nessun complesso verso le esperienze del passato) la nostra intenzione si rivolge essenzialmente al recupero di quel rapporto fondamentale e imprescindibile fra arte e popolo”. 

DHR VOCALE® Laboratorio di musica vocale d’insieme

Alan Bedin, DHR Vocale® Laboratorio di musica vocale d’insieme

Il 10 settembre 2023 a Valmarana, sede dell’associazione aps Hanuman e Scuola di Musica e Danza Indiana, si svolgerà il nuovo laboratorio di musica vocale d’insieme a cura di Alan Bedin con sessione mattutina e pomeridiana dove si approfondirà un tema molto importante per liberare la Voce-Azione, formula con cui il performer dà vita alla propria arte vocale.

Alan Bedin in “Opus Avantra, Loucos” Riverside, Roma 2023

Il timbro condiviso e l’improvvisazione: si svilupperà e si spiegherà la Voce oggettiva e la Voce soggettiva per proteggerci e non essere vittime dei nostri ascolti (abituali o imposti). Attraverso i fondamenti dal canto libero popolare (europeo ed extra-europeo) si apprenderà la capacità di generare e identificare il nostro “DHR vocale”®Alan Bedin 2022, il dharma vocale che permette di mantenenere e sostenere la nostra manifestazione nell’arte musicale.
“Analizzare la nostra identità nel Nāda, cercare il nostro spazio nel Suono” [Alan Bedin]

Quota di partecipazione: 50,00 € – pausa pranzo libera / al sacco

Informazioni & Prenotazioni: 338/9167948 – 338/4260379

Evento a cura di Hanuman aps in collaborazione con Mom Benessere

La Voce ha vinto a Forlì. Dal contesto storico alla tecnica di un sistema didattico firmato Alan Bedin

Il Workshop di Alan BEDIN: “La Musica vocale di Demetrio Stratos”
Corso di canto moderno e contemporaneo
è riuscito riunire più di venti corsisti, e al pomeriggio anche uditori per trasformare una giornata didattica in un tavolo di discussione a 360° gradi sullo strumento più affascinante, essenziale, intimo, sostanziale mai suonato dall’uomo. Un Harmonium indiano, un giradischi, una tastiera, tre microfoni, una lavagna… Un orchestra di parole, note e atomi del Suono… Esatto! Tanti armonici per risvegliare lo strumento più importante del cantante e dello studioso della voce: l’orecchio. Dalla respirazione alla visualizzazione di capsule onomatopeiche per visualizzare risonatori e formanti. Sei ore di master per studiare a pieno l’ultima performance vocale di Stratos e trasformarla in didattica.

“Un ringraziamento particolare all’amico Alberto Antolini, referente per l’Ass. culturale di Forlimpopoli “Dai De Jazz aps” per aver permesso la realizzazione di una giornata unica per il canto e respirazione funzionale alla voce. Voglio riportare qui sotto gli appunti della cantante Sara Ghtami annotati durante la mia lezione… Lo considero un risultato raggiunto, grazie a tutti”. [Alan Bedin]

  • “La voce esiste già, e usa il nostro corpo per manifestarsi”
  • miglioramento della capacità di ascolto
  • maggiore percezione degli armonici nella voce cantata
  • miglioramento dell’intonazione e delle componenti armoniche nella voce, utilizzo ottimale dei risuonatori
  • produzione di suoni più penetranti dando un effetto di corporeità alla voce
  • generale benessere psico-fisico: “Quando dico che cantare fa bene, intendo
    proprio questo”.

Foto di gruppo dei corsisti rimasti in sala per l’attestazione di fine giornata

Alberto Antolini, organizzatore della giornata e amico storico di Demetrio Stratos e del gruppo Area, Alan Bedin, insegnante e performer

CLASSIC ROCK: Ultra-vibrazioni in Rock Opposition

[Intervista di Maurizio Baiata per Classic Rock, Novembre 2022]

Negli anni 70 erano considerati Prog. Ma gli Opus Avantra provengono da un altro mondo, assai più complesso e misterioso: l’Avanguardia

Chi si avventura nel mondo della musica contemporanea corre il rischio di venire emarginato, di essere tacciato di tentare espressioni elitarie, fuori dalle regole, fuori dal gioco, vero? Lo sono stati, lo sono ancora, gli Opus Avantra? In questa intervista, rispondono Donella Del Monaco (D) e Alfredo Tisocco (A), che con Giorgio Bisotto (venuto a mancare alcuni anni fa) e Renato Marengo diedero vita a un mini[1]ensemble di grande importanza per la musica avanzata dei primi anni Settanta. In uno speciale “Avanguardia” di «Best» c’era una mia scheda su Opus Avantra: era il maggio del 1977.

(D) Donella: Lo ricordo: bello, con le foto scattate da Umberto Telesco, al Florian di Venezia.

Lì scrivevo: “Sono sui versanti dell’avanguardia contemporanea fra il Liberty e Hindemith”, dati i primi due album, INTROSPEZIONE e LORD CROMWELL PLAYS SUITE FOR SEVEN VICES.

(A) Alfredo: Nel ’78 era pronto il terzo, STRATA, ma la Cramps non l’ha pubblicato. Avendo rilevato la casa discografica di Gianni Sassi, nell’89 lo abbiamo fatto noi: così è uscito per la nostra etichetta Artis Records…

Poi nel ’96 è arrivato LYRICS e ora questo, il quinto.

Il cui ultimo brano La danza della luce ricorda i Dead Can Dance. Vi si può definire due band parallele?

A: C’è un parallelismo, la fase della danza deriva dalla mia convivenza con la musica rumena e balcanica. Che gioca su due varianti e un semitono, Mi minore e Fa maggiore. E poi finisce in La e ripete tutto il giro che inizialmente era in 5/4, ma che per un ambiente più rock ho ridotto a 4/4… Una musica ossessiva…

Molto ipnotica.

A: La base ritmica è di Tony Esposito, all’inizio c’è anche Sasha e poi l’introduzione è ad opera di Alan Bedin: voce e uno strumento indiano, il tarang.

Mauro Martello, flauto e digital saxophone; Emanuele meme Giordani, batteria; Alan Bedin, Harmonium, tarang, elettronica, voce

Il brano che apre l’album mi sembra un capolavoro. Al primo accenno ti senti percorso da brividi prodotti da frequenze che, con la voce di Donella, “prendono dentro”…: È un tema neoclassico che riporta a melodie ottocentesche, con la base degli archi molto forte e l’entrata del flauto e la voce. Dentro ci sono quattro pezzi, uno tratto dal concerto di Bucarest… poi La danza della luce e le Variazioni veneziane…

D: Che sono però molto giocate…

A: …in connubio fra il romanticismo di Paganini e Vivaldi, ecco perché le “veneziane”.

La chiusura è un unico accordo di pianoforte sorretto da una base orchestrale…

A: Infatti, mentre lei entra con la voce quasi in…

D: …una specie di evocazione diabolica, stregonesca…

Ma nel testo c’è “Je suis le ciel – Je suis la mer…”.

D: Sì, è in francese, un attimo di meditazione, in un luogo magico, dove l’anima rinasce, e la persona si identifica con il cielo, il mare e poi dice “io sono, sono, sono”.

Alfredo Tisocco, pianoforte; Donella Del Monaco, voce

A: LOUCOS – NEL LUOGO MAGICO lo avevamo pensato nel periodo 2000-2005, a completamento della nostra partecipazione… al “Prog”…

D: Un po’ borderline…

A: Abbiamo sempre lavorato su una fisionomia “a programma” come nei “concept album”, nel primo c’era la storia di Donella…

D: L’“Introspezione”.

A: Nel secondo, una reminiscenza delle storie pianistiche, nel terzo, STRATA, erano gli “stati mentali”… poi LYRICS che richiamava un mix quasi esoterico…

D: Sì, di temi paleo veneti, testi arcaici.

A: E nel quinto volevamo tornare al luogo magico.

Donella è trevigiana…

D: Sì e mi sono laureata a Venezia, dove ho vissuto e ho casa.

A: Il marito di Donella, Giorgio, era veneziano. Io sono vicentino, ma ho studiato a Venezia, al Benedetto Marcello… e c’è Mauro ai fiati

Non siamo nati o cresciuti Prog. Siamo quasi dei Don Chisciotte

Donella Del Monaco

D: Flauto e sassofono. In un altro pezzo, transitorio, facciamo una sorta di “promenade”, che si chiama Tempo infinito…

È musica “concreta”, i suoni dalla vita di tutti i giorni, poi montata e armonizzata. Ma con quale fine?

D: Allargare i confini della musica strutturata, fare entrare in quel mondo i suoni, creando una dimensione che ti avvolga e che ti porti alle sfere più alte dell’esistenza. Una ricerca interiore tramite le emozioni che, “teoricamente”, dovrebbe suscitare. Non sempre ci si riesce, ma i suoni della natura, del vento, dell’acqua, aiutano nei momenti di ricerca del Sé.

Tutto ciò che è tribale si nutre del contatto diretto con la natura. Basi sonore arcaiche, provenienti dall’Africa o dalle tradizioni aborigene legate agli Elementi, si ravvisano nel film Picnic ad Hanging Rock, in cui il flauto di George Zamfir permea la storia e il suo mistero.

D: In perfetta simbiosi con la Natura.

A: Loro fanno molta monodia, si basano su ritmi naturali, prodotti sui legni, sulle pelli. Territori che abbiamo esplorato, alle cui reminiscenze aggiungiamo la polifonia, le voci…

D: Che fanno parte del nostro DNA.

A: Restando aperti alle altre esperienze, dall’orientale al medio-orientale, e soprattutto balcaniche… E anche francesi.

D: Certo, ma Venezia storicamente è stata sempre punto di scambio fra Oriente e Occidente, di mescolanze e influenze infinite.

Però tu preferisci cantare in francese.

D: Sì, spesso. Ho fatto dischi specialistici, tutto Erik Satie, Reynaldo Hahn e Les Chansons Grises con i testi di Paul Verlaine, ho lavorato parecchio a Parigi. È un mondo in cui mi riconosco.

A: Nella sequenza dei brani, basati sulla ricerca sui Balcani e la “venezialità”, dal Luogo magico che è l’enunciazione, il passo dei flauti de Il tempo infinito suggerisce che il primo soffio che l’Umanità ha fatto con una canna di legno è il ricordo del superamento della primordialità e l’inizio del percorso umano nella cultura.

E poi c’è il quinto, Aisha è intoccabile… Che è molto emozionante.

D: La voce è di mio marito, Giorgio Bisotto, che lo ha recitato un mese prima di venire a mancare. Cerco di non ascoltarla tanto…

A: Il sesto è Riflessi d’acqua…

Tanto immaginifico da essere accostabile a Morricone.

A: Molto armonico, da colonna sonora. Fino a ora, di mio ho pubblicato undici singoli fra musiche per coreografie e danza, studi sulla tastiera, sul pianoforte e sulla “enefona”, la teoria che coglie il passaggio fra la scala armonica di sette note e la dodecafonica di 12 note. Nella enefonia si evidenziano politonalità e pentafoniche, quindi scale cinesi e monodiche orientali e mediorientali.

Venezia e il mare, invece, si tramuta in un blues potentissimo.

A: È venuto alla fine. Alan Bedin è uno studioso dell’India e di Krishna, ma anche di blues e si sente, poi portato più marcatamente da Sasha e Tony Esposito sui versanti sudamericani. E avevamo inserito anche un omaggio a Cesare Andrea Bixio…

D: Con la sua Nanou, Miki, Cette Chanson si tendre, una canzone che Bixio compose per la grande cantante e soubrette francese Mistin[1]Guett… lei è un mio pallino. Una vedette del café chantant che conobbe gli spiriti artistici più alti degli anni Venti, da Pablo Picasso a Stravinsky. Ed ecco il collegamento Parigi-Venezia.

Parliamo dell’esperimento coraggioso con il rapper Claver Gold.

D: Claver aveva preso una nostra canzone, Il pavone, come leitmotiv di un suo brano, e ne aveva fatto un video molto bello. Lo contatto su Facebook e gli dico, ‘rifallo e metti pure il titolo Soffio di lucidità’, che è mio…

A: Situazione ingarbugliata in cui correvamo tutti il rischio di perdere ogni diritto. L’hanno risolta lo stesso Claver e mio figlio Alfred, avvocato, membro dell’AFI ed esperto di editoria. D: Il video di Soffio di lucidità ha fatto quattro milioni di visualizzazioni.

Il gruppo Opus Avantra non è solo uno dei migliori nell’ambito di ciò che è stato chiamato rock progressive, ma è anche portatore di una filosofia musicale, di un’estetica che oggi, dopo quasi 50 anni dalla fondazione avvenuta nel 1973, si trova in perfetta sintonia con la Musica del Presente, come dimostra l’ultimo lavoro LOUCOS. Opus Avantra ha precorso i tempi, oggi il rock non è più possibile chiamarlo progressivo, lo era negli anni Settanta quando si apriva a esperienze molteplici e superava lo schema della strofa e ritornello col riff. Oggi il vecchio prog è diventato altro, non più legato al concetto di progresso ma a quelli di attraversamento e di molteplicità, dai quali alimentare una creatività aperta e plurale. È incredibile come Opus Avantra sia riuscito a mantenersi un punto di riferimento, con la voce inconfondibile di D. Del Monaco e con l’attività compositiva e pianistica di A. Tisocco, che furono i fondatori del gruppo assieme a G. Bisotto e R. Marengo. La grande abilità dei singoli è al servizio del sound d’insieme, come nel miglior jazz vi è un interplay perfetto, come nel miglior rock un’energia travolgente che scaturisce dalla convinzione con cui tutti i musicisti s’intrecciano nel progetto, come nella migliore musica classica senso della forma e bellezza di suoni.

Renzo Cresti

Spieghiamo ulteriormente.

D: In origine era una canzone anni 70 cantata in inglese dalla bravissima Katyna Ranieri, la moglie di Riz Ortolani, che l’aveva composta. Renato Marengo mi ha suggerito di farne un omaggio a Ortolani, ma era difficile. Allora per i testi ho inserito Claver Gold, traducendo liberamente le parole in italiano per adeguarle alla canzone.

Veniamo a questa vostra “associazione” con il Prog, definizione che verso il ’72-73 stava a indicare una musica proiettata in avanti… Ma voi siete Avanguardia.

D: La nostra musica ha diverse provenienze, soprattutto classiche e dalla contemporanea. Cerchiamo sempre di creare musica “inclusiva”, come dice il musicologo Renzo Cresti. Ed è anche il mio pane, dati i miei sette anni di convegni sulla musica di oggi, con la Biennale di Venezia e l’Università Ca’ Foscari. Negli anni 70 era chiaro: facevamo musica per cambiare il mondo, la società e tutto. Anche quelli della contemporanea e del rock volevano cambiare tutto, eravamo dei puri. Pane e musica, dei soldi non ci importava niente. Adesso è il meccanismo, miliardi di tendenze, cui non si riesce a stare dietro, con internet e le piattaforme di ascolto che hanno aperto a dismisura le possibilità…

A: La nostra è un’etichetta di nicchia e di avanguardia, quindi siamo in “rock opposition”. E invece ci hanno inserito nella sventagliata del prog….

D: Non lo abbiamo voluto noi, non siamo nati o cresciuti prog. Siamo quasi dei Don Chisciotte…

All’inizio, in Italia la deriva sinfonica aveva unito compositori classici o di colonne sonore, come Bacalov, ma i rocker avevano il fattore fondamentale dell’elettrificazione, che a voi in partenza mancava.

A: L’avevamo solo nella fase sperimentale. Sono stato fra i primi fautori del Moog di Robert Moog, degli Arp Synth monodici e polifonici, sommati all’evoluzione dello Yamaha e del Roland, ora polifonici. L’oscillazione del suono elettrificato rappresentava una mirabile variante creativa… Battiato ne resta l’esempio più grande e lampante.

D: Il cosiddetto Prog in quegli anni è scaturito dalla rottura dei generi, dalla contaminazione nella ricerca in varie forme, anche alla canzone… movimenti tutti che hanno dato molto all’ultima parte del Novecento, collegando tempi e generi fra loro lontanissimi, tanto che credo entreranno nei libri di Storia della Musica. Oltre all’elettronica, l’innovazione c’è stata in tutti i campi e anche noi e i tanti artisti coinvolti abbiamo cercato di trovare una via di collegamento.

C’è un cofanetto in arrivo.

A: Abbiamo a lungo parlato dell’idea di ripercorre tutta la nostra storia in un box e ora sta per uscire: probabilmente lo chiameremo 48 BOX OA, perché sono passati 48 anni da quando abbiamo calcato il palcoscenico del teatro delle Arti di Roma, nel 1974, per la prima rappresentazione sotto Trident, l’etichetta di Maurizio Salvadori e Angelo Carrara. A: Sì, persone che, dopo cinque dischi di rock e prog, con coraggio ci hanno accettato – ed è stato bravo Renato a farci entrare nel giro – con Tony Esposito e così via. La sequenza è storica. Oltre ai cinque vinili a colori diversi, ci saranno sei Cd, il video del concerto di Tokyo, una penna di pavone, un poster e un libro, un saggio i cui autori sono Marengo, Donella e… tante fotografie.