Lorenzo Pagliei. Alan Bedin o del Phonema Epico

Cos’è la voce? È una domanda difficile ma a volte è giusto farsi le domande importanti. Possiamo dire che la voce è un mezzo di espressione e di comunicazione che si manifesta sia attraverso i suoni che provengono dai meandri più intimi dell’essere umano sia attraverso il linguaggio. Inoltre la voce può trasformarsi in canto, quel fenomeno che in tutte le tradizioni musicali rappresenta qualcosa in più, qualcosa di speciale di cui ogni cultura è estremamente gelosa. Il canto, infatti, costituisce una traccia fondamentale
di ogni tradizione e spesso è in rapporto diretto con il rito e lo spirituale. D’altro canto la voce è anche comportamento vocale pre-semantico: gemito, lamento, riso, sbadiglio, sofferenza, grido, ira, avvertimento, spavento, gioia.

Il Prof. Lorenzo Pagliei, docente di musica elettronica al Conservatorio di Vicenza spiega al pubblico in sala la performance del brano “Caronte” di Musica Spontanea per voce e lastre metalliche con dispositivo elettroacustico.

Ma ascoltando Alan Bedin, dove siamo? Che voce è? Cosa esprime? Alan si avventura oltre le colonne d’Ercole della voce quotidiana e della voce d’arte. Come un navigatore temerario dei tempi antichi, Alan esplora un territorio pressoché sconosciuto in cui, tuttavia, veleggia con destrezza – come già fece Demetrio. Sin dal primo suono ci fa entrare in un mondo mitico, pieno di sorprese, incanti, suoni inusitati, orrorosi o meravigliosi. Il suo Caronte ci spaventa, e come potrebbe essere diversamente? Da quel momento non si
torna più indietro e si procede per successive meraviglie proprio come in un’avventura epica. I ritmi interni delle articolazioni vocali sono ampliati dai mezzi elettroacustici che vi aderiscono perfettamente creando paesaggi inauditi che non risultano mai sterilmente tecnologici ma poeticamente organici.

Alan Bedin durante l’esibizione al Conservatorio di Vicenza per ‘Ricordando il Futuro’, Martedì 17 Giugno 2025

Nella mente dell’ascoltatore si tesse gradualmente un teatro immaginario di qualità letteraria senza parole, costituito da suoni inquieti, cullanti, spaventosi, visionari: è un’esperienza assolutamente onirica. È come se fossimo catapultati istantaneamente in un poema epico, quel luogo della mente ove le figure, le gesta, i dettagli e i paesaggi diventano mitici: in quel luogo il tempo è fermo e diventa eterno. Siamo dunque di fronte a un’epica della voce, un poema epico della voce: un phonema epico. (Lorenzo Pagliei)

ALAN BEDIN. Musica Spontanea Esposizione Sonora (37’49”)
Ascolto integrale del vinile originale con Phatos Acoustic presso il Conservatorio di Vicenza.
Da destra Lorenzo Pagliei, Coord. artistico performativo per “Musica Spontanea”, Alan Bedin e Edoardo Piccolo, musicista e performer elettronico.

Roberto Floreani. Soglia del Suono

La Soglia del Suono, scelta per la copertina di questo disco, è una declinazione della mia ultima serie pittorica relativa alle Soglie e mantiene la sua peculiarità di rappresentare la possibilità di un attraversamento, di un passaggio verso l’altrove, verso altri mondi, verso altri luoghi, verso altri significati, verso altre forme espressive. La cosa importante quindi non è cosa ci sia oltre la soglia, ma cosa accada lungo il percorso, che significato abbia l’avvicinamento, la contaminazione, la sua stessa ragione di esistere. La storia dell’Astrattismo mantiene un rapporto privilegiato con la musica: da Kandinskij e i suoi ambienti musicali, dove la pittura rappresenta e significa la musica stessa, al punto da poter considerare le musiche di Debussy come la scaturigine dell’Astrazione stessa, fino all’Intonarumori del futurista Russolo che inaugura la stagione irregolare e innovativa della prima Avanguardia Storica del Novecento.

L’ascolto integrale seguito per l’occasione da Pathos Acoustics

Ebbene le Soglie, l’esito della mia ricerca più recente, trovano una sorta di contaminazione naturale con la MUSICA SPONTANEA. Laddove le Soglie sono in grado di trasmettere un messaggio di natura spirituale, la MUSICA SPONTANEA “celebra il suono con una sorta di rito di evocazione” (R. Cresti): dove le stratificazioni pittoriche consegnano una storia, i suoni “precipitano” sovrapponendosi, sostituendosi uno all’altro in un’ebbrezza di liberazione che Alan Bedin evoca con la suo voce polifonica. La mia vicenda espositiva compie quest’anno quarant’anni, così come la MUSICA SPONTANEA approda alla sua lettura di oggi carica delle esperienze storiche che dal Futurismo attraversano i sapienti anni ’60 e ’70 di John Cage e poi dal Gruppo Zaj a Fluxus, dove vita, arte e musica si fondono in un significato unico e poi da Paolo Castaldi a Luigi Nono, alle improvvisazioni e alla musica indiana. Alan Bedin affronta l’idea di fare “un passo oltre”, la sua “epica della voce”, i suoi “suoni inquieti, cullanti, spaventosi, visionari”, rappresentano il desiderio di superare i confini consueti, conosciuti, sperimentati. Intenti che s’identificano perfettamente con l’esito finale della suggestione della Soglia, che si manifesta per stimolare il suo superamento, oppure per significare la possibilità dell’esistenza di un altrove carico di significato da ricercare (Roberto Floreani).

Sala espositiva “SOGLIE. Tempo del prima – Tempo del poi”
Museo Diocesano di Vicenza. Da sinistra: Filippo Florian, Saverio Tasca, Edoardo Piccolo, Luca Zanini, Alan Bedin, Roberto Floreani, Antonio Oak Carrara, Gaetano Zanini

Del resto si sarà stato un motivo se nei ruggenti anni ’60 romani,
le inaugurazioni degli astrattisti di quella stagione memorabile comprendevano regolarmente improvvisazioni di Musica Contemporanea. Ci sarà stato un motivo allora: oggi, da “artista totale” come vengo spesso raccontato, non potevo che
abbinare la mia ricerca alle “sonorità totali” di Alan e della sua MUSICA SPONTANEA. Inevitabile.

Roberto Floreani

Alan Bedin: Concerti e Cultura Italiana a Bucarest

In occasione della IX Settimana della Cucina Italiana nel Mondo l’Accademia della Cucina Italiana con la direzione artistica a cura di Alfredo Tisocco ha invitato il trio T&nCò a Bucarest per una serie di concerti intineranti. Il cantante Alan Bedin, accompagnato dal pianista Marco Ponchiroli e dal sassofonista Luigi Gigi Sella, si esibirà mercoledì 20 novembre, dopo la cena di onorificenza, presso il ristorante “Sardin” di Bucarest. Successivamente, il trio sarà impegnato in un breve tour promozionale per la ristampa del vinile da collezione. La seconda serata si svolgerà sempre nella capitale al Jazz Club “Jazzbook” giovedì 21 novembre; seguirà una performance in una location esclusiva, il ristorante italiano “Schiccheria”, Venerdì 22 novembre, e infine l’esibizione al “Sara Floreasca” per una serata interamente dedicata alla cucina e alla musica italiana sabato 23 novembre.

La direzione artistica degli eventi T&nCò a Bucarest sono a cura del musicista e compositore Alfredo Tisocco: “Cibo e cucina rappresentano una tradizione italiana ricca e sapiente. La connessione tra questi due elementi è molto più profonda di quanto si possa pensare. Sia il cibo che la musica sono collegati alla sfera sensoriale, con il primo che coinvolge il senso del gusto e il secondo quello dell’udito. Questo legame contribuisce a creare una relazione significativa tra i due ambiti; infatti, i cinque sensi che definiscono l’esperienza umana non devono essere considerati come entità indipendenti, ma piuttosto come interconnessi, in grado di influenzarsi e potenziarsi reciprocamente.
Alan Bedin, attraverso il trio italiano T&nCò, non solo porta la tradizione musicale italiana, ma anche il gusto e il sapore dell’essere “italiano”. [Alfredo Tisocco]

Il marchio discografico Artis Records, sotto la direzione di Alfredo Tisocco, desidera esprimere il proprio sincero ringraziamento all’Accademia della Cucina Italiana di Bucarest e ai partner coinvolti per il supporto nella realizzazione degli eventi musicali in occasione della IX Settimana della Cucina Italiana nel Mondo: Confindustria Romania, Isopan by Manni Group, Energia, rivista informativa di settore

Opus Avantra. Ipnotici e un pò diabolici

Il comeback
di Opus Avantra,
con un’opera
trasversale
e dirompente
che farebbe gioire
Franco Battiato.

Maurizio Baiata

Nell’accingermi a intervistare Donella
Del Monaco e Alfredo Tisocco
, ovvero
Opus Avantra, il pensiero andava a
Giorgio Gaslini, pioniere della musica
“totale” che incontrò l’avversione
del mainstream, classico e jazzistico.
Per Donella, il suo compagno di vita
Giorgio Bisotto (scomparso da alcuni
anni) e Renato Marengo, la storia è
stata simile. La coppia fondò con loro
un mini ensemble d’importanza epica
per la musica dei primi anni Settanta,
con due album lirici e inquietanti, venati da pulsioni trasgressive che stracciavano il pentagramma. Dopo mezzo secolo, abbiamo l’onore di parlare con Opus Avantra, che torna sulle scene con LOUCOS Nel Luogo Magico, opera immaginifica, trasversale e dirompente in un saliscendi elettroacustico intimo e ribelle, a costituire un “concept” che
farebbe gioire il nostro Franco Battiato. L’organico si regge sulla figura fondante del produttore artistico Renato Marengo e su fonti e approdi fra la dimensione vocale quantica di Donella Del Monaco e la struggente vena compositiva e strumentale di Alfredo Tisocco. Ne parleremo anche nel prossimo numero di ‘Classic Rock’.

Donella Del Monaco durante la presentazione a Chez Donella, Treviso il 29.09.2022

Donella, ci eravamo lasciati a Roma tempo fa, ricordi?
Donella: Si, alla presentazione di ROSA ROSAE.
Ma questo LOUCOS è più vario ed emozionante. Il primo brano mi ha
folgorato.

D: E Nel luogo magico, che dà titolo all’album…
Il vostro primo album è il mitico omonimo del ’74. Il secondo, del ’75, è LORD CROMWELL PLAYS SUITE FOR SEVEN VICES.
Alfredo Tisocco: E il terzo, STRATA, era pronto per il ’78, ma purtroppo la Cramps ha avuto problemi e noi l’abbiamo rilevata creando la Artis, che lo ha pubblicato nell’89. Poi nel ’96 è uscito LYRICS, dove c’è Il pavone, sul quale poi rapperà poeticamente Claver Gold, che, in questo disco, duetta nuovamente con Donella in ‘Prima o poi ricorderai’.

Alfredo Tisocco durante la presentazione a Chez Donella, Treviso il 29.09.2022

L’ultimo brano, La danza della luce, è travolgente. Molto ipnotico.
Donella: Anche un po’ … diabolico.
Alfredo Tisocco: Qui la base ritmica è nuovamente di Tony Esposito. Poi in ‘Aisha’ sentirai la voce registrata di Giorgio Bisotto, e poi ancora Alan Bedin al canto e al tarang indiano e i fiati di Mauro Martello.
Ultim’ora…
Donella: Entro novembre uscirà un box a tiratura limitata contenente l’opera omnia degli Opus Avantra, ovvero LOUCOS e tutti gli album che abbiamo appena
menzionato, con supporti editoriali e fotografici inediti.

Il 2 ottobre al teatro Masini di Faenza, nell’ambito del MEI diretto da Giordano
Sangiorgi, ci saranno performance live di Donella e Tisocco nella formazione dei primi momenti.