Domenica 14 ottobre 2018 dalle ore 10:00 alle 15:30 c/o Spazio CUCA. Vicolo della Ricerca 18, Sovizz
o, 36050 Vicenza, “Hanuman è una figura determinante del Ramayana, poema epico indiano. Un’affascinante divinità che personifica saggezza, devozione, impegno e forza. Il mio supereroe preferito”. Alan Bedin presenta con i musicisti ed insegnanti di Hanuman l’esperienza e la didattica della musica indiana attraverso una giornata che insedierà lo spazio Cuca di Sovizzo attraverso una mostra di strumenti indiani, allestimenti intineranti e performance di musicisti con strumenti tradizionali: l’harmonium, il flauto indiano Bansuri, i cordofoni (tampura, sarod e sitar), le percussioni (tabla) e il primo di tutte le discipline, il canto in stile dhrupad. Le prime due ore del mattino con la performance e concerto dei musicisti (Andrea Ferigo, Angelo Sorato, Maurizio Murdocca e Simona Chalikovaite) che avrà il ruolo di unire la cultura musicale occidentale europea a quella indiana per così offrire ai musicisti e al pubblico curioso presente in sala una nuova prospettiva. Una nuova forma di pensiero, una nuova dimensione percettiva ed emozionale. Un percorso interiore da affiancare alla propria vita. Dopo un pranzo conviviale – con prenotazione a hanuman@centroapolloni.com oppure telefonando al 3389167948 – continua la giornata di Hanuman con un relatore straordinario. Si parlerà di Indologia con Roberto Perinu, Insegnante ed autore del libro “La Musica Indiana. I fondamenti teorici e le pratiche vocali e strumentali attraverso i tempi”. La visione contemporanea della storia, la cultura e l’arte musicale dell’India, comprendendo fenomeni sia passati, sia attuali. Per trasportare il pubblico presente con i colori e i profumi dell’India, l’allestimento scenico della giornata di Hanuman sarà a cura di Giorgia Tonellotto di ‘Bambù’ by il Pagliaio
Il suono rende sacro lo strumento, chi lo suona e chi partecipa all’esecuzione.
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10:00 – 12:00 Open Day Performance dei musicisti. Mostra espositiva e presentazione degli strumenti
12:00 – 13:30 Pranzo e condivisione (con prenotazione)
13:30 – 15:30 Incontro di indologia con Roberto Perinu.
ha sorride al teatro di Gargnano dove il pubblico ha cantato il Maha Mantra in conclusione del conosciuto Festival della Luce organizzato magistralmente dalla maestra Lorenza Ferraguti e dal suo staff di
Alan Bedin con Hare Krishna. Il Sorriso Infinitamente Affascinante al Sagar Yoga Accademy, Sabato 28 luglio 2018 dalle ore 19:00. Il programma inizia con l’affermazione del Sankalpadel nuovo anno spirituale del nuovo anno spirituale, la meditazione in onore dei Maestri. Quest’anno i mantra ci accompagneranno per tutto l’evento, canteremo insieme per la creazione di un punto energizzante unico, in un’atmosfera e dimensione magica, per creare una condizione di armonia interiore nel cuore di tutti e in tutto il mondo insieme ai Maestri. Il programma comprende un rinfresco vegano. La tradizione vuole che in questo giorno speciale, i partecipanti indossino un indumento nuovo, che rappresenta il nuovo inizio spirituale, di portare fuori da donare ai Maestri e di indossare il proprio Japa Mala (per chi lo possiede).

che tutela la salute sul lavoro, il DLgs 81/2008 e segg., indica come “lavoratore ogni persona che, indipendentemente dalla tipologia contrattuale, svolga un’attività lavorativa nell‘ambito dell’organizzazione di un datore di lavoro pubblico o privato, con o senza retribuzione, anche al solo fine di apprendere un mestiere, un‘arte o una professione, esclusi gli addetti ai servizi domestici e familiari. Quindi comprende il socio lavoratore di cooperativa o di società, anche di fatto; l’associato in partecipazione; il soggetto beneficiario delle iniziative di tirocini formativi …; l’allievo degli istituti di istruzione ed universitari e il partecipante ai corsi di formazione professionale nei quali si faccia uso di laboratori, attrezzature di lavoro in genere, agenti chimici, fisici e biologici” (il rumore, il suono è un agente fisico) .
Moderno ed innovatore, bello e sensibile, malinconico e fragile: sono tanti, e mai abbastanza conosciuti, i volti del geniale cantautore Luigi Tenco, la cui intensa e concentrata storia di vita (e non solo di morte, misteriosa) è stata al centro del coinvolgente spettacolo “La voce che si muove”, applaudito al Kitchen Teatro Indipendente di Vicenza. Il coeso trio vicentino-veneziano “T&nCò” (Alan Bedin, Marco Ponchiroli e Luigi “Gigi” Sella) e le brave danzatrici di “”, per “parlare” al pubblico del loro “amore” verso un’icona della musica italiana, hanno scelto la bella commistione di linguaggi: musica, canzone, teatro e danza. Il loro “format” è stato presentato per la prima volta in questa occasione (quindi ancora in fase di germoglio soprattutto nella parte di narrazione) ma si intuisce già che gli sviluppi saranno altrettanto positivi: la miscela è, infatti, adatta a riassumere, nello spazio di una sera, un’immensa storia, umana ed artistica e a richiamare, con nostalgia, le atmosfere anni ’60, quando, davvero, la poesia riusciva perfettamente ad incastrarsi con la musica. La forte personalità e vo- ce grintosa e decisa di Alan Bedin e la grande abilità tecnica dei musicisti e “compagni di viaggio” Marco Ponchiroli e Luigi “Gigi” Sella sono stati messi in maggior lustro dai movimenti, carichi di emozioni ed espressività di Giulia Menti, Eleonora Zanrosso, Francesca Bedin, Giulia Comparin ed Irene Zanetello, sulle note di “Un giorno dopo l’altro”, “Triste sera “Mi sono innamorato di te” “Lontano lontano” ed altri pezzi intramontabili. Ad arricchire la performance, ci sono state delle preziose versioni di brani di artisti di quel tempo, da “Mondo di uomini” dell’amico Lucio Dalla a “Ore d’amore” di Fred Bongusto. Il maggior successo di questo progetto è l’averdimostrato, con semplicità ed immediatezza, che la voce, non solo la si può ascoltare (con attenzione, un’abitudine oggi piuttosto rara) ma anche vedere, attraverso la magia della danza. “Ciao amore, ciao amore, ciao amore ciao. Andare via lontano, a cercare un altro mondo, dire addio al cortile, andarsene sognando”. Con questa canzone, la luce si riaccende e lo spettacolo finisce, a conclusione di un avventuroso viaggio nella febbrile creatività di un esempio di italianità, Luigi Tenco, ad ottant’anni dalla sua nascita.


